La storia di Francesco d’Assisi rappresenta uno dei punti chiave dell’intera vicenda bimillenaria del cristianesimo. Né quel punto di forza si esaurisce nella sua – pur esemplare – vicenda biografica, giacché il suo straordinario percorso di vita si salda profondamente con la vicenda storica dell’ordine da lui fondato: un ordine divenuto in pochi decenni il più numeroso e vivace dell’intera cristianità occidentale. In effetti, il nesso fra la sua originaria proposta cristiana e gli indirizzi perseguiti dall’ordine che ne derivò pone non pochi problemi. Come non poche questioni si pongono se si analizzano le caratteristiche e le prospettive reali dell’esperienza religiosa di Francesco e dei suoi primi compagni mettendole a confronto coi termini in cui furono variamente tradotte e tramandate nella pratica e nella memoria storica della Chiesa nei secoli successivi. Non è un caso che la figura di Francesco, canonizzato a pochi anni dalla sua morte, sia divenuta riferimento per una straordinaria varietà di movimenti e prospettive, spesso in aperta contraddizione con quanto i suoi scritti autentici propongono e suggeriscono. Sta in questo intrico di problemi l’aspetto centrale di quella lunga e ancora attualissima «questione francescana» che è resa ancora più intrigante dalla recente scelta del cardinale Bergoglio di adottare, come vescovo di Roma, per la prima volta il nome di Francesco: perché al Francesco storico, largamenten conoscibile nei suoi aspetti di fondo, si sommano e si aggiungono i tanti Francesco che la tradizione ha costruito, e che continuano a proporre molteplici, differenti modelli di esperienza religiosa.