In Perugia, «ieri alle ore 7 ha improvvisamente cessato di vivere il Dott. Raimond van Marle di anni 48».
Così il necrologio, pubblicato dal “Giornale d’Italia” del 19 novembre 1936 e dettato dalla moglie e dalla figlia, che annunciavano per l’indomani i funerali e l’inumazione nel cimitero locale di San Marco. Poco più di mezzo secolo dopo, nella frazione Pozzale di Pieve di Cadore, la rimozione dei ruderi di una costruzione, che l’immaginario popolare aveva denominato “Tomba dell’Ebreo”, metteva alla luce l’effettiva presenza di una misteriosa sepoltura.
Le pagine di questo volume, nel momento in cui intendono rendere omaggio ad uno dei più geniali storici dell’arte del Novecento, svelano – a capo di ricerche pazienti nei più svariati archivi e biblioteche pubblici e privati – come i due episodi siano indissolubilmente legati da un intreccio sconcertante, che mescola amor coniugale e sogno dal “plat pays” delle vertiginose vette dolomitiche; arroganza del Potere e adulazione cortigiana; servizi segreti e burocrazia fascista; ospitalità montanara e miserie del “particulare”; leggi razziali e paura dell’“altro”.
La straordinaria scrittura di Lionello Puppi riesce in un unico volume a ricostruire un’avvincente vicenda che sembra quasi un giallo romanzesco e a regalarci al tempo stesso una magistrale lezione di metodo di ricerca.