Chi conosce le sculture di Fausto Melotti ricorda un loro timbro aereo, penetrante, una loro qualità di articolazione musicale che le rende immuni e selvatiche rispetto al circostante, ma con gesto di delicata civiltà, quasi il fermo e dolcissimo diniego di un mandarino cinese. Altre linee, tracciate dalla stessa mano, con la stessa minima e precisa pressione delle dita, troverà il lettore in questo libro. Linee tipografiche, dove Melotti si presenta dietro l’apparenza di «un note-book, di uno zibaldone d’artista che raccoglie riflessioni, ricordi, moralità, poesie, agudezas, considerazioni tecniche».