“Curioso è anche Stanguellini, il trasformatore. Egli trasforma in automobili da corsa o da grande turismo comuni automobili Fiat, tappa intermedia verso la Ferrari e la Maserati. L’idea gli venne gareggiando nel parco con gli amici quand’era giovane; trasformava la propria macchina per vincere qualche gara. Non saprei immaginare industria più italiana, nata da un più preciso intuito degli italiani, tutti maniaci di primati. Industria di calcolo e di esattezza, quella di Stanguellini consiste soprattutto nell’alleggerire le macchine; con immensa pazienza, buca tutto quello che può, asporta per togliere peso; strana bottega in cui si pagano 20.000 lire ogni chilo di meno. Motori piccoli e comuni riescono a fare 180 chilometri all’ora. Il bambino di Stanguellini, come molti bambini, ha un’automobile-giocattolo; ma il suo è un giocattolo che corre a 60 all’ora.”
Guido Piovene, Viaggio in Italia, Mondadori, 1957