Vincenzo Consolo: gli anni de «l’Unità» (1992-2012), ovvero la poetica della colpa-espiazione analizza l’assidua collaborazione di Vincenzo Consolo (1933-2012) con il quotidiano «l’Unità», una collaborazione che, iniziata nei primi anni Novanta e durata fino alla morte, rivela una forma di protagonismo politico a cui lo scrittore si era in precedenza sottratto. In questo stesso arco di tempo, Consolo si trasforma nei suoi scritti letterari da «contastorie consolatorio» a narratore benjaminiano, e offre alle giovani generazioni un modello di vita progressista basato sulle proprie esperienze giovanili. Tale sviluppo artistico necessita a sua volta di una trasformazione del punto di vista narrativo e spiega l’adozione del pronome di prima persona, quell’«impudico io», come lui stesso lo definisce. Questa forma di sperimentalismo letterario, che si differenzia dal lavoro svolto nei decenni precedenti, permette allo scrittore di espiare la colpa di non avere, negli anni Settanta ed Ottanta, fatto di più per ovviare al degrado sociale, ambientale e politico che aveva visto dilagare.
Joseph Francese è ordinario di letteratura italiana alla Michigan State University (USA), dove è stato insignito del Beal Outstanding Faculty Award, e direttore responsabile di «Italian Culture», organo ufficiale dell’American Association for Italian Studies. Ha al suo attivo numerosi articoli e saggi, oltre a libri su Pasolini, le narrazioni postmoderne, la politica culturale del Pci negli anni Cinquanta, le opere di Eco, Tabucchi e Consolo e, per la Firenze University Press, Leonardo Sciascia e la funzione sociale degli intellettuali (2012). Ha anche curato tre volumi collettanei, tra questi Perspectives on Gramsci: Culture, Politics, and Social Theory, per la Routledge (2009).