C'è chi rispetta i libri con sacra devozione - affidandosi poi alla memoria - e chi ci scrive sopra - in un serrato colloquio con gli autori.
Felice Accame appartiene alla seconda categoria di lettori.
A maggior ragione, se ne sente autorizzato, se gli autori in questione sono due scrittrici come Antonia S. Byatt e Margaret Drabble, due sorelle, che, come tutte le sorelle condividono una storia in comune e, non come tutte le sorelle - da un dato momento in poi della loro vita -, hanno fatto di tutto per evitarsi.
Ovvio che ciò che Accame annota abbia significato innanzitutto per lui - l'indagine è sua - ma gli indizi che porta a galla, potenzialmente riferibili ad una molteplicità di storie, possano coinvolgere tutti i lettori - neppure escluse le due scrittrici stesse - e servire loro da guida.
L'intricata mappa mentale di ogni individuo è diversa da quella di tutti gli altri, ma qualcosa in comune - a volerlo vedere - c'è.
Felice Accame, docente di Teoria della Comunicazione presso il Settore Tecnico della Federazione Italiana Giuoco Calcio, presiede la Società di Cultura Metodologico-Operativa e dirige methodologia.it
Fra le sue pubblicazioni più recenti:
La funzione ideologica delle teorie della conoscenza (Spirali, Milano 2002)
Le metafore della complementarità (Odradek, Roma 2006)
Il linguaggio come capro espiatorio dell'insipienza metodologica (Odradek, Roma 2015)
Il dispositivo estetico e la funzione politica della gerarchia in cui è evoluto (Mimesis, Sesto San Giovanni 2016)
Tre saggi metodologici con pretese terapeutiche (Biblion, Milano 2016).