Il cuore pulsante di questa storia sta nella simbiosi continua tra una donna e una città, a partire dagli anni sessanta. Ketty e Venezia, messe a nudo e raccontate attraverso i loro segnali, i rumori, i sapori, gli odori, gli umori e i colori. Gli stati d’animo sembrano riemergere dalla laguna e dai canali. Venezia come l’infanzia appaiono senza tabù, le scoperte sessuali si intrecciano alle scoperte di nuovi scorci; le paure e le gioie si rincorrono nei labirinti veneziani; il mistero della città rende dolce il mistero della vita di Ketty. I ricordi riaffiorano colmi di immagini, sogni, profumi, suoni… e raccontano la difficoltà e il dolore di crescere che, a volte, è amplificato dal senso di spaesamento e disorientamento per la perdita di un “luogo caro” che fino ad allora aveva rappresentato il “nido”, la culla e la cura di tutti i mali.
Questo romanzo, dedicato a Venezia e alle donne che hanno sofferto per amore, è il racconto di una donna come tante, romantica, volitiva e alla continua ricerca di sé, dell’amore e della propria realizzazione personale e professionale. Una donna che affronta la propria trasformazione attraverso gli eventi della vita, a volte gioiosi e a volte avversi, addirittura patologici, ma che non perde mai la capacità di credere nell'amore e nella possibilità di costruire la propria felicità.
Un romanzo psicologico, di evoluzione e cambiamento personale, pieno di impressioni e percezioni sensoriali, vissute sia nel rapporto con le diverse città abitate nel corso degli anni, che in quello con gli uomini incontrati. C’è una frase ricorrente, come un monito: “sono i segnali deboli ma dall'effetto forte quelli che contano di più… osserva e ascolta”.
È una storia che vuole mettere in guardia le donne rispetto a rapporti pericolosi o abusanti, aiutandole a riconoscere innanzitutto il proprio valore e il proprio potere di cambiamento, a distinguere il vero amore dai sentimenti apparenti, ad avere il coraggio di lasciar andare le situazioni tossiche per cercare o ricreare la propria “Serenissima” vita. Tra le righe ogni donna può ritrovare la fragilità e la forza femminile e tutti possono rivedersi, commuoversi o compiacersi attraverso il ricordo di luoghi, giochi, avvenimenti, mode, ecc. di un’infanzia e un’adolescenza vissute tra gli anni del boom economico e quelli di piombo.
Sullo sfondo, oltre all'amata città lagunare ed altre città venete o foreste, c’è la musica, diversa nelle varie epoche, il tango argentino, la biodanza… come colonne sonore che accompagnano e che possono a volte sedare angosce e sofferenze. E c’è spesso il mare come metafora del “navigare nella vita” con determinazione, coscienza e responsabilità perché in ogni attimo fuggente ci sono sempre possibilità e scelte ed è proprio la consapevolezza di sé, del proprio modo di danzare nel mondo che può far approdare o meno in un porto sicuro e bello… in una nostra Serenissima.
Autore: Caterina Caenazzo - c.caenazzo@gmail.com