Vita di Andrea Doria, Volume I & II by Francesco Domenico Guerrazzi
Francesco Guicciardino, uomo nella pratica delle faccende umane certamente a veruno secondo, lasciò scritto, essere, giusta l'opinione sua, i contemporanei spositori di storie eccellentissimi, massime se, oltre all'ingegno arguto, avvenisse loro di pigliarci parte o come magistrati o come guerrieri; ed in questa sentenza si trova condotto dal considerare che, le cause degli avvenimenti umani essendo moltiplici, taluna ci opera a modo di principale, mentre tal altra ci fa officio di accessoria: questa comparisce meno, quella più; nè tutte spettano alla vita pubblica, anzi moltissime alla privata, e le seconde, per celarsi meglio, non esercitano minore virtù: donde accade che, chi viene dopo, ne ignori molte per necessità, avendole cancellate il tempo dalla mente degli uomini, ed egli, costretto a servirsi delle uniche che rimangono, le quali sono ordinariamente le più strepitose, il fatto gli si presenta spesso o non bene intero, o alterato, e quindi il giudizio o manco o fallace.
Tali senza dubbio gli svantaggi, nè forse i soli, di quelli che imprendono tardi a scrivere storie, e nondimanco a cui ci mediti sopra si farà manifesto, come non rimangano senza un qualche compenso gli scrittori che vengono dopo.
Di fatti: per conoscere le cause segrete moventi la volontà dell'uomo non basta vivergli contemporaneo, bensì bisognerebbe vivere nella sua intrinsichezza; e poi non è mica sempre sicuro, che gli uomini illustri, lasciandosi talvolta pigliare il sopravvento in casa dalle passioni, non vogliano e non possano contenerle nelle faccende pubbliche: ma, quando anco non ci fosse altro vantaggio, per me giudicherei sufficiente questo uno: che, dopo molto secolo scrutando i fatti altrui, è agevole non lasciarsi tirare dallo amore o dall'odio, mentre, per quanto tu sii di animo saldo, tu non potrai impedire, anco senza addartene, che, tenendo proposito dei viventi, le soverchie lodi, od i soverchi biasimi, co' quali li proseguono i volgari intelletti, non facciano forza alla tua mente.
E vuolsi eziandio considerare quest'altra cosa, che i contemporanei assistono in certo modo alla sementa dei fatti; chi viene dopo assiste alla mietitura; i primi non possono argomentare i resultati se non per via di divinazione, mentre i secondi gli leggono espressi, e però a questi, meglio che agli altri, è dato conoscere se, come, e quanto il personaggio pubblico mescolasse affetti privati nei maneggi dello Stato, per quale modo l'offendesse, e, chiamatolo a sindacato, chiarire se bene o male della Patria meritasse, le opinioni favorevoli come le contrarie profferìte dal senso volgare, secondo giustizia, revocando o confermando. In questa medesima guisa, si ha dalla Storia, i Siciliani ai tempi di Timoleone citarono le Statue dei tiranni a rendere ragione delle cose operate nella vita dal personaggio che rappresentavano, e, trovatolo reo, ne vendevano il simulacro nel mercato pubblico come si costumava con gli schiavi, e tutti li venderono, tranne Gelone, come quello che, rompendo i Cartaginesi ad Imera, liberò la patria dagli stranieri; e meritamente, chè un tanto benefizio molte colpe lava.
Incominciando pertanto, con lo aiuto di Dio, a mettere mano a questa opera d'insegnamento politico e di giustizia riparatrice, io piglio a discorrere della vita e dei gesti di Andrea Doria, di cui la Liguria si onora così, da riporlo tra i più incliti benefattori della umanità.