Non sono aforismi e neppure haiku.
Sono solo pensierini in diciassette sillabe, che provano a mettere le ali.
Cercano un’emozione da comunicare e assumono, talvolta, il tono sentenzioso di una riflessione, che si lascia definire quasi come per un vocabolario.
Se ne liberano, però, quando la poesia corre in loro soccorso e tornano così ad essere un flash che non ferisce gli occhi, un’intuizione che rifiuta ogni compiacimento narrativo, un approccio conciso che prova, così, ad arrivare
al cuore.