Succede che una Federazione Sportiva decida di celebrare la figura di un suo ex Presidente, del quale ricorre il centenario della nascita. E succede che il cronista che si incarica del lavoro di ricostruzione biografica si imbatta in un personaggio inatteso: figlio di un artista, cresciuto secondo l’ideologia Fascista, divenuto militare nelle truppe coloniali africane, poi ufficiale nella seconda Guerra Mondiale. Durante la Guerra Civile è partigiano e, mentre svolge funzioni di collegamento tra l’esercito regolare americano e il Comitato di Liberazione, nota che i soldati: “si divertivano a lanciare l’uno all’altro con la mano destra una palla bianca e dura, grossa quanto una palla da tennis. La ricevevano, acchiappandola al volo con la mano sinistra protetta da un grosso guanto di cuoio…” . Bruno Beneck scopre così il baseball, sport del quale diventerà protagonista a livello internazionale come dirigente. Non prima di aver rivoluzionato il modo di fare pubblicità ai film, convinto gli americani a utilizzare Cinecittà per girare film e diretto “La Domenica Sportiva”. La sua, insomma, è davvero una storia da raccontare