La vita di Molly Wizenberg, come quella di molti di noi, è indissolubilmente legata a un luogo particolare. Un luogo che tutti noi viviamo intensamente, spesso senza rendercene conto, il centro affettivo della casa, palcoscenico popolato dai nostri affetti, dalle persone care che abbiamo conosciuto e spesso perduto, un luogo dove gioia e dolore si dividono il posto più importante: la cucina. Molly è cresciuta lì, giocando con pentole e cucchiai sotto l'occhio vigile della madre, e appena ha raggiunto l'altezza necessaria a usare il piano di lavoro, non lo ha più abbandonato. Cucinare è stata ed è tuttora la sua grande passione, un'azione rassicurante a cui non ha più rinunciato. Molly non è uno chef: per lei cucinare è un atto intimo, affettivo, una barriera che la protegge dalle insidie del mondo, un modo per vivere e affrontare gioie e dolori dell'esistenza. Ogni avvenimento della vita, dal più drammatico, come la morte dell'amatissimo padre, al più felice, è indissolubilmente legato, nella sua memoria, a un piatto, una pietanza per corpo e spirito, che nel racconto di Molly diventa una pietra miliare della memoria. Le ricette accompagnano la lettura intrecciandosi al racconto autobiografico e costituendosi, pagina dopo pagina, come un'autobiografia alternativa e inconsueta, fatta di creme al cioccolato e dolci deliziosi, salse, sughi e insalate. Un modo diverso di raccontarsi.