Un mestiere difficile, i molti incontri, gli ambienti più disparati. Gino Paoli ripercorre partenze e ritorni, digressioni e interludi, musica e testo della sua vita, in un viaggio che ha il sapore di un’epoca.«Non potrei mai cantare la medesima canzone da più di quarant’anni – pensate ai miei ‘classici’, siano La gatta o Il cielo in una stanza – se ogni volta non fosse per me un’emozione diversa. E può succedere l’impensabile; che una serata, un certo pubblico, o un sogno fatto la notte prima, oppure un sorriso inaspettato che qualcuno mi ha rivolto durante la giornata, mi sbattano contro la canzone con un’intensità e un avvertimento di irripetibilità tali che, quando ci sono dentro fino al collo, non so più se l’ho già cantata, o se la sto scrivendo lì su due piedi. Magari mi sta componendo lei.»