"Può l’industria darsi dei fini? Si trovano questi soltanto nell’indice dei profitti? Non vi è al di là del ritmo apparente qualcosa di più affascinante, una destinazione, una vocazione anche nella vita di una fabbrica?”Così parlava Adriano Olivetti inaugurando lo stabilimento di Pozzuoli. Una narrazione coinvolgente ed eticamente esemplare da parte di uno dei più grandi innovatori del Novecento per restituire dignità e senso a parole come responsabilità, rispetto della persona, conoscenza. Come scrive nella presentazione al volume Luciano Gallino, “in questi discorsi colpiscono i modi del comunicare e alcune affermazioni che si potrebbero definire datate, salvo poi scoprire che sono quanto mai attuali anche se ignorate dai contemporanei. Olivetti non vuol sembrare un imprenditore amico che parla agli amici operai, ma parla come un dirigente cosciente delle proprie responsabilità e determinato a farvi fronte.Cinque scritti di Adriano Olivetti per riflettere su altrettanti temi fondamentali nella discussione politica e culturale attuale, presentati da alcune tra le voci più autorevoli del panorama culturale italiano, per permettere ai testi originali di liberare la loro straordinaria modernità.ADRIANO OLIVETTI (1901-1960) È una tra le figure più influenti e singolari del Novecento. Imprenditore straordinario, intellettuale e politico, innovatore delle scienze sociali e precursore dell'urbanistica, tra il 1930 e il 1960 ha condotto la fabbrica di macchine per scrivere del padre ai vertici del successo mondiale e dell'innovazione tecnologica. Il suo progetto di riforma sociale in senso comunitario è oggi riconosciuto come una tra le realizzazioni più attuali e avanzate di sostenibilità.