A metà tra il sillabario divagante e la confessione personale, il volume esplora più di centocinquanta voci inerenti l'universo erotico femminile così come lo vedono gli uomini
A come «Atto sessuale» B come «Bocca» C come «Culo» Scorrendo l'indice delle voci di questo audace dizionario-diario, che vanno dai prevedibili «Viagra», «Vibratore», a meno prevedibili spunti filosofici (vedi alla voce «Kant») o neologismi come «Fica Power», si potrebbe pensare a un'opera di machismo impunito, un trattato per lemmi che esalta la donna-oggetto, una lode alla femmina da letto. Ma questa guida alla libido femminile rigorosamente osservata dal maschio riserva più di una sorpresa, e la conclusione non è affatto scontata. Con uno stile crudo, che non si nega nulla ma non è mai volgare, spesso sarcastico, talvolta persino tenero, il Di(zion)ario è anche una provocatoria analisi del costume che, in qualche modo, ci mostra una delle tante prospettive con cui possono essere osservati, e vissuti, i rapporti uomo-donna.