Il fisco conosce per nome e cognome tutti coloro che non pagano le tasse scavando ogni anno un buco di 180 miliardi nel bilancio dello Stato. Con i dati di cui dispone potrebbe stanarli subito, costringendoli a restituire quanto hanno rubato alla collettività. E sarebbe così in grado di abbassare la pressione fiscale sui contribuenti onesti.
L’evasione è il cancro della nostra economia. Ma basta passare in rassegna le leggi che dovrebbero combatterla per capire che in Italia la lotta a un fenomeno senza uguali in altri paesi è solo una farsa.
Il sistema è congegnato proprio per consentire ai contribuenti infedeli di non rischiare nulla. Perché i ladri di tasse sono anche elettori. E votano compatti come nessun’altra categoria. Perciò, sono protetti da una potentissima lobby politica. Che ha il suo zoccolo duro nel centrodestra.
Livadiotti lo dimostra svelando chi ha scritto, proposto e votato quelle leggi che lasciano certezza di impunità agli evasori.
Il lavorio di Berlusconi & Co. ha dato i suoi frutti: uno studio condotto in esclusiva per questo libro fa vedere come l’evasione sia sempre salita con i governi di centrodestra e scesa quando a comandare era il centrosinistra.
E la lobby che ha fatto gli interessi dei contribuenti infedeli ha ottenuto il suo tornaconto. L’analisi dei flussi elettorali dal 1994 al 2008 dice che il voto degli evasori è sempre stato alla base dei successi di Berlusconi. Fino al 2013, quando i ladri di tasse sono passati armi e bagagli con Beppe Grillo.
Scandalo nello scandalo, la casta della politica ha concesso un formidabile privilegio ai suoi rappresentanti in parlamento. Se un comune mortale guadagnasse quanto loro, la sua aliquota media arriverebbe al 39,4. Quella di Lor Signori è appena del 18,7 per cento.