Da tempo assistiamo a una contraddizione insanabile fra i principi costituzionali - che sanciscono in astratto la giustizia, il benessere e la libertà degli individui - e l’azione politica che tende al mero predominio di interessi particolari, fino al recente degrado che la vede spesso coincidere con i soli interessi personali di chi detiene qualunque forma di potere.
Questo libro è un puntuale e documentato j’accuse contro la tendenza in atto ad accentuare la totale sottomissione dell’individuo allo Stato: l’astratto riconoscimento dell’equilibrio che dovrebbe regolarne il rapporto nello stesso modo in cui è regolato quello contrattuale dei cittadini nell’art. 1460 cc, viene in realtà quasi sempre eluso e negato, in nome del pubblico interesse, attraverso espedienti burocratici, disorientamento normativo, impacci e remore di ogni tipo. Questo quadro di vera e propria sopraffazione, come abbiamo visto, finisce a lungo andare per alimentare corruzione, disordine e quel diffuso malcontento psicologico che porta alla disaffezione verso le Istituzioni, fino allo spirito di rivolta. Le “bastonate” prese dai cittadini per pretese e “nobili” ragioni di Stato, cozzano inesorabilmente con le ostriche, i festini e i fiumi d’oro in cui nuota vergognosamente larga parte della casta politica. In questi casi, ribellarsi è non solo giusto, ma legittimo.