C'è un professionista che ha aperto un passaggio abusivo fra la casa e lo studio e non si trova un giudice in grado di impedirglielo; ci sono i genitori separati che, sulla strada della riconciliazione, vorrebbero ricontrattare tempi e modi dell'affido congiunto dei figli, ma un giudice sedicente esperto in materia non vuol cedere sulle restrizioni concordate anni prima, quando tra i coniugi era "guerra aperta"; c'è poi il caso del licenziato dalla discoteca che lo aveva assunto facendogli firmare un contratto per l'intera stagione e che per recuperare il compenso dovuto e non corrisposto attende oltre dodici anni, durante i quali le lire fanno in tempo a diventare euro; e poi ci sono le sentenze mai depositate, i ritardi smisurati e le assenze ingiustificate di giudici e magistrati... c'è perfino una causa da 35,00 euro e un giudice che autorizza un tizio a portare la pistola in aula. Insomma, la giustizia civile in Italia proprio non funziona. Nel Belpaese i processi pendenti sono oltre cinque milioni: un numero impressionante di cause civili congelate dentro il grande freezer della giustizia. Speranze, attese, rancori, soldi, interessi economici, business: c'è tutto un mondo che si muove a singhiozzo, permettendo ai soliti furbi di farla franca, spesso con la complicità di avvocati, giudici e magistrati poco solerti che, muovendosi in una selva di leggi e leggine, fanno della malagiustizia italiana la garanzia dell'impunità per i più prepotenti, a scapito degli onesti cittadini.