In che direzione va la scienza economica? Secondo Deirdre McCloskey, da oltre cinquant'anni gli economisti continuano a ripetere gli stessi errori. La ricerca è ancora oggi pesantemente condizionata dai grandi progetti costruttivisti elaborati dagli anni Quaranta da tre premi Nobel: Lawrence Klein, Paul Samuelson e Jan Tinbergen.
Scienziati sociali quantomai autorevoli, l'influenza di Klein, Samuelson e Tinbergen ha portato gli economisti a praticare sempre più diverse forme di ingegneria sociale, con l'ambizione di prevedere e controllare la vita delle persone.
I “vizi” degli economisti sono una conseguenza dell’abbandono delle “virtù borghesi”, anche nella vita intellettuale. La buona ricerca scientifica dovrebbe funzionare come un mercato, non in modo freddo e meccanico, ma attraverso la fiducia, il dialogo e la persuasione.
Per McCloskey bisogna allora tornare, nello studio dell’economia, alle virtù intellettuali e morali di David Hume e Adam Smith: un insieme di principi morali che predicano serietà nell’esaminare i fatti, attenzione nella costruzione delle teorie e prudenza nella politica economica.
Deirdre N. McCloskey insegna economia, storia, inglese e comunicazione all’Università dell’Illinois a Chicago e storia economica all'Università di Göteborg. Al suo attivo ha più di sedici libri e circa 400 articoli scientifici, che spaziano della tecnica economica all’etica. Il suo ultimo libro è "Bourgeois Dignity: Why Economics Can’t Explain the Modern World" (University of Chicago Press, 2010). In Italia è stato pubblicato "La retorica dell'economia: scienza e letteratura nel discorso economico" (Einaudi, 1988).