Molti anni a percorrere imprese di ogni tipo e restare con l’impressione di aver incontrato al vertice capi che non ti hanno lasciato quasi nulla. Non tutti, per fortuna. E non sempre. Ma il rimpianto resta: per tante occasioni perse e quell’amaro in bocca a masticare incontri vestiti di arroganza e rapporti in cui il potere parla solo di distanza o di insistito disinteresse. Qui si tirano le fila di un discorso costruito intorno ai vizi (capitali) di un management in difetto di anima e rincorrendo l’illusione di perdute virtù civili e sociali. Se ne parla col dovuto mix di cattiveria e nostalgia, a smorzare il cinismo cui costringerebbe l’esperienza. E per non annoiare si mescola il discorso, che ambirebbe a essere “alto”, con racconti che sanno di sberleffo e di ironica presa di distanza.[AUTORE]Pier Luigi Celli è stato manager e membro dei consigli di amministrazione delle più grandi aziende pubbliche e private italiane (Eni, Rai, Enel, Illy, Hera, Olivetti, Omnitel/Vodafone, Unicredit, Luiss, Unipol, Enit, Poste e molte altre). Ha pubblicato numerosi libri, tra saggi e letteratura.