Scene felliniane propone una nuova lettura di tre fondamentali elementi della filmografia felliniana: il circo, il teatro e la televisione.
La ricerca parte (cap. I) con l’introdurre l’uomo Federico Fellini per mezzo di un breve racconto di fantasia, ambientato a Roma nell’estate del 1993. Il racconto offre l'occasione per delineare le dodici chiavi di lettura dell'intera filmografia felliniana: esse non hanno valore vincolante o assoluto, bensì si propongono come strumenti utili a facilitare la visione dell’intera opera del regista. Accanto alle dodici chiavi viene accostata una cosiddetta «Chiave Zero», che rappresenta una metafora complessiva delle dodici chiavi.
Per indagare a fondo su ogni chiave di lettura occorrerebbe un lavoro di ricerca ben più ampio: per questo motivo il testo si occuperà solo dei tre aspetti suddetti, argomentati rispettivamente in tre capitoli (capp. II, III, IV). Il lavoro prosegue (cap. V) con una ridefinizione di «realismo magico», includendo l’opera di Fellini in una poetica ben più ampia da me definita «fantarealismo».
La filmografia felliniana diventa occasione per trarre una nuova teoria della narrazione cinematografica. Il rapporto quantitativo che si instaura tra fantasia e realtà, misurabile a livello visuale e sonoro, produce i tre principali macro-approcci cinematografici: «realismo», «fantarealismo» e «fantasismo». A questi va aggiunto, inoltre, un futuro quarto approccio: l'«iperrealismo».
L’ultima parte del lavoro ospita un paragrafo dedicato all’eredità lasciataci dal regista e la conclusione del racconto iniziale ambientato nel Teatro 5 di Cinecittà.