La mafia non esiste, dicono i governanti padani, come i loro colleghi del sud nel secolo scorso. Con poche eccezioni, anche le associazioni imprenditoriali e professionali non la vedono. Chi nega, chi minimizza, chi ostenta stupore di fronte alle indagini che svelano densi intrecci tra criminalità, mondo degli affari e amministratori pubblici. Eppure a Milano e in Lombardia la mafia c'è, ben radicata da oltre mezzo secolo: i pionieri della 'ndrangheta e di Cosa nostra arrivarono negli anni Cinquanta; seguirono gli uomini della camorra e della Sacra corona unita. Da allora ne hanno fatta di strada.Mafia a Milano racconta, per la prima volta in modo organico e completo, una storia di successo, di arricchimento, di emancipazione. La stagione dei sequestri di persona, la finanza nera di Sindona e Calvi, l'arresto di Liggio, i colletti bianchi del narcotraffico che facevano riferimento allo "stalliere" di Berlusconi e Dell'Utri, i quartieri di periferia controllati e militarizzati. Fino ai grandi processi degli anni Novanta, conclusi con la condanna di centinaia di boss e soldati ormai naturalizzati nel cuore del nord.Nel nuovo millennio, le cosche dettano legge nei cantieri, accumulano enormi patrimoni immobiliari, guidano holding familiari. Complice il silenzio che li circonda, i clan trapiantati a Milano e dintorni si sono riorganizzati e rafforzati. Per dare l'assalto all'economia e alla politica.