Cheryl ha la costante sensazione di cadere a causa di un deficit del suo apparato vestibolare; Barbara ha un cervello asimmetrico ed è considerata «ritardata»; Michael è un chirurgo oculare che a quarantaquattro anni subisce un ictus invalidante. Queste sono solo alcune delle storie alle frontiere della neuroscienza narrate in questo saggio affascinante e avvincente: per loro e per molte altre tipologie di pazienti ora c’è una concreta possibilità di recupero e completa guarigione. La scoperta che ha aperto la strada a questa fondata speranza è quella della neuroplasticità, ossia la proprietà del cervello di essere malleabile sempre, non solo nell’infanzia. Che il cervello fosse una macchina immutabile e che ogni sua parte non potesse essere sostituita o riparata era un assunto indiscutibile nel secolo scorso: una volta inceppato, il congegno perfetto sarebbe rimasto irrimediabilmente danneggiato.
La tesi che ha scatenato la rivoluzione della neuroscienza ci dice che
il cervello è in grado di cambiare se stesso e può funzionalmente riorganizzare ogni sua parte per sopperire alle carenze che si vengono a creare in seguito ai traumi o al lento processo di invecchiamento. Non solo. L’intera esperienza umana può essere spiegata esplorando le potenzialità del cervello malleabile: la creatività e l’amore, la dipendenza e l’ossessione. Si tratta di processi neurologici molto complessi che sono indagati, anzi, vivacemente raccontati con semplicità e chiarezza espositiva.
L’autore ci porta per mano alla scoperta della nuova scienza del cervello e si ha l’impressione che sia un percorso irrinunciabile, se vogliamo capire meglio il futuro che ci attende.