Le iniziative politiche e propagandistiche del fascismo in medio oriente furono intraprese soltanto in contrapposizione con le analoghe iniziative inglesi oppure furono frutto di una volontà indipendente, volta a conquistare spazio e considerazione soprattutto nelle zone limitrofe ai possedimenti coloniali italiani? Attraverso l'esame delle fonti di archivio e l'analisi della storiografia finora disponibile, il presente libro si propone di esaminare gli aspetti meno conosciuti della politica estera italiana, con una particolare attenzione al caso specifico dello Yemen e dell'Arabia Saudita, che interessarono a lungo il governo di Roma.
Oltre all'aspetto politico viene preso in considerazione anche quello culturale, in particolare attraverso l'esame dell'attività dell'Istituto per l'Oriente, fondato nel 1921 con il proposito di "divulgare ed accrescere la conoscenza della vita culturale, politica ed economica dell'Oriente, sovra tutto musulmano". In che misura l'attività dell'istituto venne influenzata dal fascismo e quali stimoli impresse alla politica estera italiana?
Attenzione particolare viene prestata alle trasmissioni di "Radio Bari", che nacque appositamente per favorire la propaganda italiana, soprattutto in seguito alla repressione del movimento della Senussia in Libia e alla conseguente perdita di prestigio del governo di Roma in Medio Oriente. Esperimento presto imitato dalle altre potenze europee, "Radio Bari" sarà causa di attriti molto forti soprattutto con il governo di Londra.
Non manca l'analisi del punto di vista dei paesi arabi nei confronti dell'Italia, esaminato grazie alla rassegna stampa pubblicata sulle pagine di "Oriente Moderno", rivista pubblicata dall'Istituto per l'Oeiente proprio per fornire la panoramica più ampia possibile sul mondo musulmano.
Dallo studio di questi elementi si ricostruisce, in maniera chiara e scorrevole, una vicenda finora nota soltanto in ambito specialistico e si approfondiscono ulteriormente aspetti del fascismo di sicuro interesse.