Il nome del mondo.
Muriel è l’anagramma di mulier. L’acronimo di
una schiera di principi alati, il richiamo sonoro e visivo di immagini angeliche più o meno note. Michele, Raffele, Gabriele, Uriel. Potrebbe essere il nome di un gruppo su what’s app, in una storia ai margini della tecnologia del cielo e della terra, animata da giovani protagonisti in uno scenario preparato da somme di tempi incalcolabili. Sono gli amici di Laura. Si muovono in spazi consueti, la scuola, le case, le stanze, le strade; desueti, gli scantinati, gli scaffali di una biblioteca; esclusivi e sfuggenti, come i sogni e le sensazioni corporee ed extra-corporee. Scoprono ali che solo atterrando sentono la potenza dell’alto. Prendono delibere avventurose sotto la tutela di alberi amici. Muriel cerca un cuore in frammenti, per ricomporre il mondo sui passi della figlia. Niente di complicato, limpidamente acqueo, come lo scorrere di avvincenti pagine che hanno una qualche idea dell’amore.