Alla fine, non è poi così male. Starsene in pace ad ascoltare un po’ di musica, di buona musica, badando ai fatti propri ogni tanto ci vuole. Sì, ci vuole proprio. E poi il panorama: spettacolare. Non ci sono nato, anzi, a dir la verità, sono nato quasi agli antipodi, ma mi fa sempre un certo effetto guardare la Terra da quassù.
Sono in orbita geostazionaria da un paio d’ore; attendo di attraccare alla base di transito RMQ-01 “Side One”, nota anche come “Butcher’s Bay”, dal nome del suo gestore. Vorrei fare un check-up generale alla nave, specialmente dopo le ultime modifiche e Butcher’s Bay è un posto dove non si fanno troppe domande.
Nel frattempo, mi rilasso. E guardo. Come ruota… Com’è blu… Vedo foreste, montagne, deserti.
Eppure, continenti interi sono quasi disabitati. L’umanità sta migrando, ci stiamo spostando. A volte penso che vogliamo infliggere noi al resto dell’universo, dato come stiamo riducendo questo Sistema.
Divento malinconico, quando ascolto questa canzone di Harvest; specialmente se poi mi cade lo sguardo sulla Luna. Veramente fantastica, tutta la vista.
Cieli d'Avorio è un libro di fantascienza classico ma con punte innovative sorprendenti e intriganti.