Selvaggia è una ragazza dark, capelli scuri e occhi blu intenso. Veste di nero e con il trucco pesante. Ama girare per Roma fino a notte fonda, avere incontri intimi con perfetti sconosciuti, ballare fino a tardi in locali punk. Scrive poesie e ha una stanza completamente buia. Per il mondo però non esiste, non è mai nata. Lei è Martina.
Martina è una ragazza bionda che veste con colori pastello. È vuota, un pezzo di ghiaccio impenetrabile. Rifiuta ogni amicizia e rapporto sociale. Ha lo sguardo spento e triste, in quei suoi occhi blu intenso. Ha perso i genitori a sedici anni. Da allora tutto il suo mondo si è distrutto, e il lutto l’ha trasformata in un corpo vuoto che vive solo perché si deve vivere. Lei è Selvaggia.
Daniel è un ragazzo di diciannove anni, al primo anno di Psicologia, dove conosce Martina. Scopre l’esistenza di Selvaggia su un blog e la incontra in un locale. Scopre la linea sottile che separa le due ragazze, segnata dal trucco pesante, i caratteri e i gusti opposti. Tenterà di cancellare tale linea, rompere il muro che separa le due personalità, rischiando di annegare nel vortice paradossale di conflitti creato da quella ragazza, che sta imparando ad amare.