«Signori! No… concittadini! I miei principi sono i vostri! ed io… senza dubbio… sono un figlio del popolo, come voi! Non ho mai avuto nulla da ridire contro la libertà, al contrario!… Voi troverete in me un interprete devoto dei vostri interessi, il difensore… una diga contro i soprusi del Potere!» (Atto I, scena X)
Il signor Rousselin vuole realizzare il sogno di una vita: candidarsi al parlamento. Per farsi eleggere non esiterà a passare da un partito all’altro e a promettere favori a destra e a manca, fino a immolare la figlia, dandola in sposa allo sciocco rampollo di un conte decaduto, per sessantaquattro voti in più.
Il candidato è una commedia brillante e attualissima, a tratti esilarante, in cui Flaubert riesce a inserire inaspettati squarci lirici e una visione del mondo profondamente pessimista. In effetti si potrebbe definirla una tragedia scritta in forma di farsa: tutti i candidati sono mossi da ambizioni private ed egoistiche, ma anche gli elettori cercano apertamente uno scambio clientelare, votando quello che gli promette più benefici personali, indipendentemente da qualsiasi considerazione sul bene pubblico. Quest’opera, a lungo sottovalutata, si rivela oggi in tutta la sua attualità.
Marco Pizzi è autore emergente di narrativa e teatro, con numerosi titoli pubblicati nella selezione KDP, tra cui ricordiamo Incontro con Cristo, Il mare di Majorana, Verdi contro Wagner, e la traduzione del Giulio Cesare di Shakespeare.