L'operazione della playlist gigante di Luca Sofri è così esagerata, parziale, idiosincratica e viscerale da risultare stupenda.
— Beppe Severgnini, Corriere della Sera
Tutta la musica della vostra vita dentro un solo apparecchio: che è anche quello che la suona. Ce l'avessero detto vent'anni fa, ci saremmo risparmiati quelle montagne di cassette (macché: gli avremmo riso in faccia, fi eri delle nostre cassette).
L'idea di questo libro non ha bisogno di molte spiegazioni. È una guida in un nuovo mondo di canzoni. Anzi, in un vecchio mondo di canzoni, un tempo aperto alle visite a pagamento solo in determinati orari, e con certe sale chiuse al pubblico, e che ora è aperto a tutti, con biglietto ridotto, 24 ore su 24. Sofri racconta la musica di cui è fatta la vita e lo fa in quasi tremila brani, che è un piacere avere accanto a sé. Di ognuno ci dà un particolare, un retroscena, una curiosità, in modo che non siano solo una lettura galleggiante nel nulla. La scelta è molto personale, è ovvio. Come diceva Frank Zappa: ""Scrivere di musica è come ballare di architettura"". La musica fa leva su sensazioni personali, umori di un momento, ricordi. Il criterio che vorrebbe riunire tutte le canzoni è che siano belle: senza puzza sotto il naso, e sapendo che, come dicevamo prima che arrivasse Nek, due buone canzoni nella vita le scrivono tutti e a volte arrivano da dove meno te l'aspetti. Playlist è un manuale di fondamentali, ma anche una lista di suggerimenti e di invito alla condivisione di singole gioie, singole canzoni, magari sfuggite. Alla fine, tutti noi volevamo solo fare il deejay.