Robert Bresson (Bromont-Lamothe 1907 - Parigi 1999), forse il più schivo uomo di cinema del secolo scorso, intento a misurarsi con se stesso – e le questioni espressive e produttive – nel modo più libero e intransigente. Analista incomparabile dell’interiorità e dei temi più alti per l’umana presenza (il Male, la sofferenza del vivere, l’inesplicabilità del Tutto), ha condotto su di sé e la sua opera un lavoro progressivo di selezione e spoliazione stilistica, unico e inconfondibile nel panorama mondiale.
Tra i suoi film:
Diario di un curato di campagna (1950), Un condannato a morte è fuggito (1956),
Pickpocket (1959), Mouchette (1967), Il diavolo, probabilmente (1977), L’argent (1983).