Telegrafico, ironico, a volte allusivo, altre marcatamente esplicito, l’epigramma è, all’interno del genere poetico, una felice espressione della poesia che, quando vuole, abbandonate smancerie e vaghi sospiri amorosi, sa allietare e suscitare sorrisi.
In un mondo poetico popolato da politici ipocriti, intellettuali ignoranti o svaniti, medici saccenti o incapaci, giudici pressapochisti o sensibili al potere, azzeccagarbugli senza scrupoli, vecchi avari o innamorati di giovani donne, donne giovani con poco cervello e anziane signore che ancora non hanno fatto i conti con l’età, artisti squattrinati, debitori incalliti e molto altro ancora, l’epigramma si configura come un’ironica poesia della quotidianità, delle bagattelle, lo specchio fedele della banalità e della comicità involontaria del vivere, una riflessione poetica acuta e sintetica capace di far pensare molto più di quanto non dica.
Raccolte per argomento, le rime presentate nel volume sono anche un piccolo repertorio di citazioni salaci da utilizzarsi cum grano salis secondo le occasioni.