Nella seconda metà del Cinquecento, la maggior parte degli stati cristiani dell’Europa occidentale era sulla difensiva, arroccata contro la superpotenza musulmana: l’impero dei sultani ottomani. Era in atto un violento conflitto, che si traduceva nelle azioni lampo dei corsari e nelle guerre su più larga scala, ma esistevano anche molte forme di interazione pacifica a cavallo dei confini fluidi tra i due blocchi di potere. Agenti dell’Impero descrive i destini di una famiglia veneto-albanese, i cui membri erano fino a oggi pressoché ignoti, sullo sfondo del Mediterraneo e del suo entroterra europeo. Tra loro ci sono un arcivescovo dei Balcani, il capitano dell’ammiraglia pontificia a Lepanto, l’eminenza grigia dietro al trono nella provincia ottomana di Moldavia e un dragomanno presso l’ambasciata veneziana a Istanbul. Attraverso le biografi e di tre generazioni di avventurieri, Noel Malcolm getta una luce davvero inattesa sui rapporti tra Venezia, Roma e l’Impero Ottomano, affrontando temi come lo spionaggio, la diplomazia, il commercio di granaglie, la tratta degli schiavi e le rivolte antiottomane. Descrive le strategie contraddittorie delle potenze cristiane e i piani piuttosto ambiziosi di sultani e visir. Poche opere dopo il classico volume di Fernand Braudel sul Mediterraneo del XVI secolo hanno affrontato tematiche così ampie su questo periodo fondamentale della storia del Mediterraneo e dell’Europa. Agenti dell’Impero è un capolavoro di arte della narrazione, un libro che si dipana con le affascinanti movenze di un romanzo e che, senza mai scostarsi dalla centralità delle fonti, offre una rigorosa ricostruzione dei rapporti di forza e delle relazioni tra mondo cristiano e ottomano.