Nel 1989, per la regia di Mark DiSalle e David Worth, usciva nelle sale mondiali il film Kickboxer - Il nuovo guerriero. Nella pellicola, il cattivo Tong Po, durante un incontro di kickboxing, rompeva le ossa allo sfidante statunitense Eric Sloane, ferendolo letalmente tanto da costringerlo sulla sedia a rotelle. Nel finale, suo fratello, interpretato da Muscles from Bruxelles, “in arte” Jean-Claude Van Damme, lo vendicava “clandestinamente”, vincendo la tenzone di veri, “vitrei”, potenti colpi furibondi, ma non uccideva Po, lasciando che, nel seguito, Vendetta per un angelo, fosse un combattente biondo a distruggere e “amputare” il malefico villain, incarnato, appunto, dal mefistofelico Po. In questo mio terzo episodio letterario-cinematografico, son fantasiosamente tornato “indietro”, laddove vendetta “omicida” non fu nella prima pellicola sopra citata. Eric, vendicato, sì, ma non “ripristinato” nel cor(po) della sua spezzata grinta per sempre smarritasi nella malinconia contemplativa, osserva, in queste mie passionali pagine sanguigne, la languidezza visionaria del suo sperante “spettro” disperato, scarnificato ed eclissatosi in una metafisica solitudine ancestrale, sven(tr)ato da un dolore irrisarcibile e ancor nelle sue viscere b(r)uc(i)ante. “Abbrustolendo” nella sua sconfitta fisica ma non esistenziale, (r)esisterà, così nel cor(po) intaccato, all’usura logorante dei suoi tanti (ri)cor(d)i imbrunenti in tramonti mai albeggianti di risanato splendore rinnovato? Inne(r)vato nella sua triste mestizia, forse un giorno riabbraccerà l’amor perduto delle sue trascorse, trionfatrici stagioni color vivido porpora da imperituro lottatore, soprattutto della sua anima così vi(ri)lmente scalfita?