Milano, specchio d'Italia. Nella città che accolse milioni di famiglie dal Sud, i cortei guidati dal sindaco inalberano striscioni con la scritta Zingari, foeura di ball!. Nella patria antica del buongoverno, a capo delle scuole e dei servizi sociali vengono nominate persone già pubblicamente accusate di mala amministrazione. Nella metropoli che fu modello di pianificazione urbanistica, imprese edilizie legate ai partiti di destra e sinistra pagano i vigilanti del Comune incaricati di controllarle, mentre i cantieri si bloccano, i palazzi si spaccano e negli appalti fioriscono verbali truccati. Peggio che Tangentopoli. Intanto, da Milano si scappa, decine di migliaia di cittadini sono in cura per depressione e l'inquinamento supera tutte le soglie europee. Milano, per fortuna, è molte altre cose: per esempio, la capitale italiana del volontariato. Una grande città, che soffre ma non muore. Questo libro raccoglie il suo grido. Perché se Milano si arrende, si arrende l'Italia.