Poveri diavoli sul ciglio dell’abisso, giocatori d’azzardo, burattini, vecchiette con giarrettiere pericolosissime, cadaveri stipati dentro fabbriche perfette fino alla fine dei giorni, scrittori travestiti da puttane: sono solo alcuni dei personaggi che si muovono fra i versi di questa raccolta. L’autore ci trascina dentro la palude maleodorante del quotidiano utilizzando una prosa che si mescola alla poesia e non lascia scampo. Visioni terribili o semplici esperienze di vita, queste righe sono lame affilate in cerca di cuori vivi e coscienze da trafiggere. Perché forse l’arma più letale per uccidere la stasi dell’uomo moderno è nascosta nel ritmo sublime dei tasti di una vecchia macchina da scrivere.