L’artista come idolo, star culturale, le cui capacità creative si confonderanno con quelle decisive di venditore di se stesso ed esperto di marketing: Andy Warhol incarna il tipo ideale di artista capace di influenzare la dimensione dominante del potere nel nostro tempo, cioè il mercato.
Il leader politico che scrive poesie o romanzi. L’artista che crede di cambiare il corso del mondo con la sua opera. I potenti che commissionano il proprio mausoleo al celebre scultore, sfidando la malasorte e il ridicolo. Un team di architetti e scultori che progetta la rifondazione di una città terremotata come un museo en plein air… Se il potere è attratto irresistibilmente dall’estetica, l’arte sembra esprimere a sua volta una vera e propria volontà di potenza. Una relazione che è caratterizzata, oggi più che mai, da una ambiguità profonda, da cui sembra impossibile prescindere. E sullo sfondo il mercato, che tutto fagocita, anche le forme espressive più antagoniste, come nel caso della street art e di Banksy.