[.. ] sono gli anni in cui il Medio Evo, poco a poco, sboccia nella modernità, più tardi formalizzata da una data, in realtà, importante ad altri fini, il mitico 1492.
Genova, raccontata con occhi innamorati, e Costantinopoli, Barcellona, Aigues Mortes sono le quinte mediterranee entro le quali volteggiano i personaggi, veri semiveri o inventati, di un vivacissimo teatrino (era appena terminata un’epidemia di peste e, si dice, in simili casi il morale dei mortali si fa euforico) dove, qualunque cosa accada, mai si perde l’occasione per una mangiata (o per soddisfare altri sensi, il cessato timore della malattia, si sa, li acuisce tutti…).
Sono questi gli anni in cui nasce l’assicurazione ed essa nasce come assicurazione marittima. Ma sono anche gli anni in cui la Chiesa fulmina l’usura, evangelicamente intesa (peccato per la Chiesa, reato e reato grave per il braccio secolare) e, proprio in quegli anni che avevano visto la disgregazione dell’intelligente struttura finanziaria impiantata dai Templari...
Tra un colpo di scena e l’altro, le figure del teatrino mediterraneo di Quartero ci conducono, arzille, all’epilogo, che viene propiziato dalla (ri)comparsa della lettera che dà il titolo al libro. E altro non dico per non togliere al lettore il piacere della lettura, e della sorpresa.
Alfredo Dani