Una volta, un frate benedettino inglese, Padre Griffiths, disse queste parole a Matthew Fox: «Non preoccuparti del Vaticano. Continua a fare quello che fai. Il Vaticano cadrà prima o poi, come è caduto il muro di Berlino». Con questa frase, il teologo americano apre il suo libro. Un testo duro e polemico che accusa la politica vaticana degli ultimi due papati, quello di Wojtyla e quello di Ratzinger, concentrandosi in particolare sul ruolo avuto da quest’ultimo nella definizione della Chiesa cattolica di oggi. L’intento dell’autore è capire il momento in cui il futuro papa, da sostenitore del Concilio Vaticano II diventa sempre più critico e chiuso verso le istanze progressiste. Durante il Concilio Ratzinger aveva offerto il suo contributo alle proposte riformatrici e nel 1968 firmato il documento Dignitatis Humanae. Poi, però, qualcosa cambiò. Fox ricostruisce il percorso di trasformazione che ha reso il cardinale tedesco recalcitrante ai tentativi di riforma e individua il suo lato oscuro, legato a quelle che nel corso degli anni diverranno le istituzioni a lui sodali come Opus Dei, Legionari di Cristo e Comunione e Liberazione. Allo stesso modo mostra i suoi nemici principali, uomini la cui forza spirituale è stata messa a dura prova dall’ostracismo del “guardiano” della Dottrina della Fede, grandi spiriti da cui, secondo l’autore, dovrebbe ripartire il cristianesimo post Vaticano.