Idrovore che assorbono finanziamenti, possiedono centinaia di immobili, spendono milioni in modo misterioso, creano società per scopi distanti dalla politica (dal gioco d'azzardo alla vendita di biciclette), i partiti sono i veri padroni della cosa pubblica, non solo perché decidono leggi e nomine, ma perché costituiscono imperi economici, la cui ricchezza viene alimentata dalle istituzioni a loro volta controllate dai partiti, in un circolo molto vizioso. Dal 1994 a oggi hanno ingoiato 3 miliardi di euro solo di rimborsi elettorali: li chiamano così ma non sono affatto tali, perché le spese elettorali dichiarate ammontano a 579 milioni di euro, meno di un quarto. Il resto? Mancia. Ma questo è solo uno degli aspetti indagati da Paolo Bracalini: si spazia dalle imperscrutabili fondazioni dei politici alle generose donazioni private da parte di gruppi industriali e lobby, alla presenza capillare di politici nei CdA delle fondazioni bancarie, ai finanziamenti dei giornali più improbabili, ai milioni per partiti sconosciuti, ai trucchi per non pagare debiti, affitti e persino cene elettorali, fino all'enorme zona grigia della corruzione, fenomeno in cui il lucro individuale e l'interesse di partito si confondono inestricabilmente. Quadro allarmante, completo e perfettamente bipartisan della vita economica dei partiti, dal PDL al PD, dalla Lega a Italia dei Valori, Partiti S.p.A. è una lettura bruciante, ricca di documenti e interviste inedite, che non mancherà di suscitare ancora una volta l'indignazione dei lettori.