Pittore non secondario dell’ambiente romano dei primi del Novecento, protagonista della Secessione negli anni Dieci, insignito di numerosi successi nazionali e internazionali, partecipe della vita accademica nella capitale, Innocenti (Roma 1871-1961) fu di fatto dimenticato dopo gli anni Venti: al ritorno da Il Cairo, dove aveva ricoperto il prestigioso incarico di direttore dell’Accademia di Belle Arti.
L’attività pittorica, per la quale era diventato famoso, si era in questi anni convertita in opere di piccolo formato, per lo più disegni e acquerelli raffiguranti ritratti, studi di figure, vedute dell’ambiente familiare, molte volte il giardino delle case che abitava. Una produzione che ancor oggi risulta misconosciuta ma non priva di interesse.
La collezione Amato consta di acquerelli e pastelli, sessantadue pezzi che sono stati oggetto di analisi scientifica ma al contempo hanno messo in risalto una storia familiare carica di affetto e di riconoscenza per una cara cugina scomparsa, Lilia Rinaldi, che deteneva in via ereditaria la proprietà delle opere e le cedeva a Franca con la promessa di tenerle unite e farle conoscere.