Ma avete mai pensato a quante storie, quanti volti e quanti mondi si possono trovare mettendo in fila un po’ di canzoni? Mica parlano solo d’amore. Ci potreste trovare bambini, anziani, animali piccoli come pulci e orizzonti più grandi dei vostri sguardi. Signori di castelli medievali, viaggiatori del futuro e donne in attesa davanti al mare, ciliegi che piegano i rami, mele ancora da cogliere e lepri che vanno a finire sulla luna. Vi sembra incredibile? C’è un artista che queste cose le ha sempre cantate, viaggiando con la fantasia tra cielo e terra. Con una chitarra e un violino, anzitutto. E lo possiamo seguire in questo viaggio meraviglioso dove ogni cosa se ne tira dietro un’altra. Come le ciliegie, appunto. Come fanno tutte le storie, quando sono raccontate perché anche chi ascolta ci finisca dentro. Non ve ne eravate accorti? Anche voi potreste andare a finire dentro una canzone o forse ci siete già. Se l’ha scritta uno come Angelo Branduardi e se voi provate a chiudere gli occhi e immaginare. Musica. E racconto.«Da sempre considero la musica un qualcosa che non si trova qui e ora, ma accade in qualche modo da un’altra parte, accade altrove. È uno sguardo al di là della porta chiusa, ma è anche la risorsa che hanno i bambini di fronte alla paura, per cui quando si trovano al buio si mettono a cantare e tutto passa. Come sguardo che si getta al di là della nostra finitezza ha quindi direttamente a che fare con l’oltre, o meglio l’Oltre con la O maiuscola. Ed è quindi per questo un fatto assolutamente spirituale» (dalla prefazione di Angelo Branduardi)