Un viaggio tra i grandi temi del cinema di ieri e di oggi in compagnia di una voce decisamente fuori dal coro. Una raccolta di saggi che uniscono la precisione del critico alla fantasia del romanziere e vincono la sfida di rimanere sempre, programmaticamente,"dalla parte del pubblico". Tutte le storie sono già state inventate così come tutti i codici dominanti, e non è stato il cinema a inventare e raccontare per primo. Il nodo è proprio questo: il pericolo che al cinema vengano attribuite paternità che appartengono ai maestri legislatori di altre epoche, quando il cinema non c'era. Ne "Gli invincibili" Virginia Gray e Gary Cooper sono straeleganti, lei ha un abito da sera degno di Versailles, eppure sono su un fiume della Virginia nel 1765, sulle sponde ci sono foreste e indiani. Lei dice "...se ti guardo negli occhi vedo orizzonti, vedo montagne inesplorate e l'infinito. La tua vita è là, come quella dell'aquila è nel cielo." Non c'è scena più fasulla ma raramente il cinema presenterà un maggiore incanto. Parto dalla mia stucchevole affermazione (e riaffermazione) rispetto al cinema italiano di adesso: la posizione dell'innamorato tradito perché c'era un tempo in cui eravamo i più bravi, mentre adesso...