Nei primi decenni del Novecento la cultura di area tedesca vive di fermenti rivoluzionari, di eresie, di impeti e ansie di novità necessarie. Questo volume accosta due campi di attenzione entrambi ai limiti del teatro: la nascita della «nuova danza» e i non lineari percorsi del teatro rivoluzionario operaio di agitazione e propaganda. Si parla - tra pedagogia e arte - di Émile Jaques-Dalcroze, Rudolf von Laban, Mary Wigman, Erwin Piscator, Béla Balázs, Friedrich Wolf. E in sostanza si parla di «originarietà». Un ricca sezione iconografica ripropone le suggestioni di questo periodo storico. Con una nuova postfazione dell’autrice, un testo fondante per gli studi della disciplina.