Il fenomeno Tango è oggi una realtà che s'impone al villaggio globale coinvolgendo tutti i ceti sociali nei tre continenti d'Asia, d'America e d'Europa.
L'autrice si chiede il perché di questo "recupero" del Tango, soprattutto ballato. Perché la gente di tutto il mondo si riversa nelle milonghe? Una domanda che conduce ad un viaggio interiore, un'esperienza di conoscenza, alla ricerca di quell'essenza, di quello "spirito" del Tango, che esprime i moti dell'"anima universale" che parlano di improvvise lacerazioni, di strisciante malinconia, di perdite, di mancanza e che contiene, altresì, intima capacità di rigenerazione. Una musica che riesce a far superare il dolore, a far accettare la perdita, a far capire la vita e spinge a cercare un adattamento a nuovi valori, a nuove misure.
Con gli strumenti della psicologia contemporanea l’autrice decodifica riti e miti del Tango svelando quel processo emozionale che, sviluppandosi in uno stato intimo e profondo, riporta alla sacralità dell'incontro, al contatto fisico, all'abbraccio, condizione oggi estranea all'uomo contemporaneo schiacciato dall'individualismo. Nel frenetico quotidiano cosa si può arrivare a scoprire attraverso il Tango? Un qualcosa di autentico, d'interiore, profondo, un momento di pace, una risposta, anche se momentanea e per lo più inconsapevole, allo stato d'inconsistenza e di vuoto. Il Tango permette quella comunicazione profonda oggi sepolta dalle ferite della frantumazione. In un mondo in crisi, la scelta del Tango da parte di una umanità sradicata e senza punti di riferimento rappresenta una rivalsa dello spirito, la lotta dell'anima che reclama ciò che le è stato strappato. Il Tango con tutto ciò che porta in sé si pone come denuncia alla storia contemporanea, sottolineando che l'uomo non può restare intrappolato in una vita senza significato, soffocato dalla massa informe del nulla.