Il volume ricostruisce il cammino che ha portato una confederazione tribale collocata in un’area povera di risorse naturali e priva di sbocchi al mare a trasformarsi in uno Stato situato al centro dei calcoli geopolitici ed energetici mondiali. Dall’analisi storica emergono alcuni elementi ricorrenti – la debolezza dello Stato centrale, la polverizzazione del potere secondo logiche particolaristiche, le interferenze di piccole e grandi potenze – che oggi, dopo la disfatta talibana, ostacolano la trasformazione della società afgana secondo il modello di democratizzazione adottato, sul finire del 2001, alla conferenza internazionale di Bonn.