Il mio testo è un racconto autobiografico che si sviluppa a partire dalla passione per la corsa. Non si tratta di un elogio di questa pratica sportiva, ma è, piuttosto, la dimostrazione che perseguire un obiettivo con costante dedizione e impegno, ci rende più forti perché fiduciosi nelle nostre capacità.
Quando corro la mente si svuota completamente, si libera dallo stress e dalla stanchezza della giornata lavorativa, per lasciare il posto a pensieri, ricordi ed emozioni. A poco a poco questo semplice passatempo, diventa una vera passione, un’esigenza fisica e mentale per star bene con me stessa, per piacermi e per scrollarmi di dosso le insicurezze, i pregiudizi altrui, la noncuranza di chi non ha tempo per i sentimenti veri e l’indifferenza di chi non sa procedere oltre l’apparenza.
Inizio ad allenarmi un po’ più spesso e la nuova veste da runner mi piace molto, mi diverte, mi permette di conoscere altra gente alle gare amatoriali e di sentirmi una persona nuova,diversa e migliore di quella che sono sempre stata agli occhi di tutti.
Allora, un passo davanti all’altro, corro per dimostrare che il passato conta solo quanto ognuno di noi vuole farlo contare, attraverso i ricordi ed i rimpianti; poi però bisogna andare avanti e io voglio farlo di corsa, per lasciarmi scivolare man mano il bagaglio dei brutti pensieri, come il mio problema adolescenziale dell'anoressia e il triste ricordo di mia madre che muore quando ho ancora tanto bisogno di lei.
Ciò che ho cercato e che racconto in queste pagine è un’altra Elisa: la fatica e l’emozione, a passi di rapida corsa, di dare alla luce me stessa.