alfabeta2 n. 14 + alfalibri n.6
Il potere come natura morta è il titolo della conversazione di Marco Dinelli con il grande poeta russo Lev Rubinstejn, tra i materiali che compongono il numero 14 di «alfabeta».
L’idea del potere – di un certo potere – da osservare come oggetto obsoleto, attraversa tutta la rivista, a partire dai tre testi in apertura che propongono le riflessioni in corso al Teatro Valle Occupato, un confronto con l’esperienza francese (Intermittenti e precari, a parlare è il sociologo Maurizio Lazzarato), un’analisi della crisi italiana inserita nel contesto europeo (la firma è di Vincenzo Visco) e un reportage di Claudia Bernardi dall’altra parte dell’Atlantico («Occupy Wall Street? Occupy USA!»).
Due focus, uno sul Tramonto del postmoderno, l’altro sull’Impossibilità della guerra. E nello stesso raggio di orizzonte la conversazione con Luca Rastello intitolata Piccola apologia della vivisezione, seconda puntata del ciclo Intellettuali e potere, i brevi saggi di Enrico Menduni e di Franco Voltaggio su due temi sensibili del nostro presente, l’esplosione dei social network e l’evoluzione della medicina istituzionale, l’acuta ricognizione di Elena Casetta sulla famiglia contemporanea.
A illustrare questo numero è Giuseppe Penone, di cui la rivista propone anche una lunga intervista con Bruno Corà.
Tra i materiali del supplemento «alfalibri» un ampio nucleo tematico sulla critica letteraria, un bel reportage di Giorgio Vasta dall’Islanda e la divagazione finale di Alessandro Bergonzoni, Primo acchito. Immagini di Enrico Cattaneo.