Napoletano, classe 1932, Alighiero Noschese fu attore, imitatore, cantante e presentatore, caratterizzando lo spettacolo italiano in tutti gli ambiti per circa un ventennio, prendendo per mano un’Italia ancora incapace di ridere di sé stessa e accompagnandola verso una lenta ma significativa autocoscienza con garbo, discrezione, educazione e signorilità. Le sue poliedriche imitazioni, tanto perfette da essere definite “appropriazioni”, hanno divertito non poche generazioni fermandosi esattamente all’impercettibile limite che separa la parodia dalla satira, e rispecchiandone appieno il carattere di uomo mite e professionista scrupoloso, incapace di ferire o aggredire, sia pure involontariamente, il prossimo.
Immedesimandosi negli altri per imitarli, ma prima ancora per comprenderli nel profondo dell’anima, finì però col non riuscire a capire più se stesso, tant’è che – come scrisse Enzo Tortora – l’unica imitazione che non riuscì a fare fu quella di un uomo felice.