Questa non è un’autobiografia. Potremmo considerarlo un manuale di consultazione, utile per tutti quelli che vogliano saperne di più su quanto non si ha il coraggio di chiedere sul jazz di cosa nostra (e non è un refuso). In questo senso può essere addirittura considerato come un manuale di sopravvivenza molto istruttivo. Ma è anche l’appassionante ricostruzione di una carriera lunga più di mezzo secolo, di fatti e personaggi, di un’Italia, e di un jazz, che forse non ci sono più.