Per raccontarvi Ambrì4ever vorrei citarvi un trafiletto della testimonianza lasciatami da un noto giornalista al quale avevo sottoposto in anteprima l’opera per un suo giudizio e chiedendogli poi di trascriverne le sue emozioni.
Tornato a casa dalla vacanza, svogliato come quando si capisce di aver esaurito la parte migliore dell'anno, presi in mano il libro di Cristiano senza grande entusiasmo.
A darmi la «spinta» necessaria è stata la testimonianza di Lorenzo Croce, che con la genuinità e la sensibilità di chi riesce a rivivere le proprie emozioni anche a distanza di qualche anno, ha raccontato il suo primo derby da titolare.
È stato facile immedesimarsi con quel ragazzo che aveva coronato il sogno di una vita e che mi riportava alla mia infanzia, quando anch'io sognavo di fare un gol a San Siro con la maglia del Milan. A differenza sua, il mio resterà solo un sogno. Beato lui.
Da lì è stata una lettura in discesa, avevo mollato il freno a mano e prendevo sempre più velocità. Volevo vedere come andavano a finire quelle storie di gente semplice che ti sembra di conoscere. Anzi, quella gente sei tu, siamo noi. Noi che amiamo lo sport, non importa il colore della maglia.
Cristiano, con una freschezza da autore consumato e con battute che strappano il sorriso, riesce a farti sentire il respiro dei suoi personaggi che inizi ad amare o detestare, ma che non ti lasciano mai insensibile.
Il finale, con l'intervista a un'icona del popolo biancoblù come Thomas Bäumle, è un degno e ispirato collegamento tra passato e futuro. È il doveroso e toccante saluto di chi ha scritto pagine importanti di una società che, al di là dei guai che periodicamente la tormentano, continuerà a esistere ancora a lungo.