Angeli sconosciuti è una sorta di diario in cui l’autore racconta la sua esperienza come soccorritore volontario a bordo di un’ambulanza. Un’esperienza iniziata un po’ per caso e durata ben venticinque anni. Con un tono schietto e sincero, senza risparmiare particolari anche raccapriccianti, vengono raccontati episodi di vita vissuta che aiutano il lettore a capire meglio – e da un punto di vista inedito - ciò che viene raccontato solo parzialmente sui giornali, nelle cronache relative a incidenti stradali, infortuni sul lavoro e altre disgrazie cui capita a volte di assistere, anche come semplici spettatori. L’autore descrive quindi la sensazione di pace interiore che si prova quando si riesce a salvare una vita, e il senso di smarrimento e di impotenza quando invece non c’è nulla da fare; il fatalismo e l’accettazione del destino cui si giunge dopo aver assistito a tragedie apparentemente senza senso; la curiosità morbosa che si crea attorno a un incidente e il cinismo di chi non vuole interrompere i propri affari neppure davanti alla morte. Non mancano aneddoti sul rapporto coi colleghi e uno humor a volte anche cinico e macabro, che spesso però è l’unico modo per esorcizzare la paura e andare avanti nella propria missione.